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Il ciclocross è un’attività ciclistica abitualmente autunnale e invernale, praticata quando si ferma l’agonismo stradale, su massacranti circuiti che alternano prato, fango e brevi o brevissimi tratti su asfalto.
In netto contrasto con la sportività intrinseca del ciclocross, proprio questa disciplina ha registrato il primo caso di doping tecnologico. Ė successo nei mondiali 2016 a Zolder, Belgio, quando gli ispettori della Federciclismo Internazionale (UCI) hanno trovato un sofisticato motore nascosto nella bicicletta della belga Femke Van Den Driessche (Under 23). I sospetti riguardanti le truffe tecnologiche giravano da tempo, ma quella di Femke è la prima bici risultata “positiva” ai controlli.
L’allenamento fisico e psicologico del ciclocross sono necessari per esprimere potenza per tutta la durata della gara, quando il fango blocca le ruote, gli strappi hanno pendenze non pedalabili, manca il tempo di scalare i rapporti. Non basta allenarsi in sella, serve anche la corsa campestre a scatti e salite ripetute, magari con la bici in spalla.
Tecniche di guida nel fango, rapidità nello smontare e montare senza fermarsi, equilibrio sono alcuni degli aspetti da affinare costantemente. Insomma, il ciclocross è un’espressione tecnica di ciclismo ai massimi livelli.
Se la bici da ciclocross nasce nel fango, è performante in molti altri contesti e per questo un pubblico eterogeneo l’apprezza, anzi la ama. Si tratta dei bikers di XC e marathon, dei pendolari urbani che vanno veloci, dei ciclisti corsa in allenamento invernale, ma anche di tutti coloro che con un’unica bici vogliono sia muoversi in città che godersi le avventure domenicali.
Rispetto alle bici da corsa a cui assomigliano, le bici da ciclocross sono più robuste e compatte, prevedono una postura di guida più eretta e confortevole, hanno una maggiore impronta a terra per favorire l’equilibrio in sella e la scatola del movimento centrale è più alta, per superare meglio gli ostacoli. La maggiore larghezza del carro posteriore e della forcella bici da ciclocross evita che il fango blocchi le ruote. Se le bici da gara sono prevalentemente in carbonio HM, per via della leggerezza, l’alluminio è diffuso nei modelli entry level ed in quelli destinati ad un uso più ampio, con predisposizioni per portapacchi e parafanghi che rendono questa geometria di bici un jolly grintoso. L’acciaio nelle sue espressioni più prestigiose con tubazioni è proposto da diversi marchi.
Per quanto riguarda la geometria della bici da ciclocross, gli angoli sono più aperti, con passo e foderi posteriori più lunghi. Va da sé che il passaggio cavi deve essere interno, ma alcuni modelli in carbonio propongono un tubo orizzontale appiattito nella parte inferiore, per rendere più stabile l’appoggio in spalla.
Tra i materiali, come sempre la fibra di carbonio domina il segmento professionale, mentre alluminio e acciaio sono proposte come bici da allenamento, o come mezzi destinati a poter spaziare in diversi ambiti di utilizzo, risultando più realistici e molto godibili.
I freni da ciclocross sono freni a disco (meccanici o idraulici), perché devono esprimere la necessaria potenza e tollerare meglio il fondo sciolto (prima si usavano i cantilever, ora più rari).
Sulle bici da ciclocross con freni a disco meccanici sono talvolta installate leve freno supplementari “tipo ciclocross”, che offrono la possibilità di una maggiore reattività di frenata quando la presa del manubrio è alta.
La luce tra i foderi permette di montare coperture larghe e tassellate (33 mm di sezione massimo in gara, ma fino a 42 mm su alcuni modelli). Tutti i produttori principali propongono copertoni per bici da ciclocross diversificati in base al tipo di fondo che si andrà a pedalare, perciò la scelta sarà tra coperture per fango, o terreno duro, o sabbia, o ancora coperture slick stradali.
Le ruote rigide con perno passante e raggiatura resistente, gomme con grip, dove si spazia dalla camera d’aria al tubless, riservando i tubolari agli agonisti professionisti, contribuiscono a comporre il quadro di bici da fuoristrada anaerobico, trasformabili con pochi accessori in bike to work divertenti anche nel week-end.
Il mondo della bicicletta è iperspecializzato: dal cronometro, alla downhill, passando per l’enduro ed il ciclismo su fondi sciolti, i produttori rispondono ad ogni esigenza con geometrie e montaggi tagliati su misura.
Ma se con la tua bici vuoi fare di tutto un po’, ha certamente senso puntare su un mezzo “versatile”, e cioè su un telaio a passo lungo, che si ispira al ciclocross, ma ha predisposizioni per portapacchi e parafanghi, e che è pensato per offrire diverse opzioni di montaggio (quindi modificabile nel tempo, all’eventuale cambiare delle proprie preferenze/esigenze). Un telaio quindi che non disdegni l’uso stradale, ma che si trovi al tempo stesso a proprio agio come bici da viaggio, magari solo cambiando il tipo di copertura.
A questa esigenza rispondono bene le bici da ciclocross (e le gravel, con maggiore inclinazione travel), naturalmente non nei modelli in carbonio HM da gara, ma nelle versioni proposte per esempio da Bombtrack: telai in acciaio, o alluminio a bassa manutenzione, utilizzabili sia nei giorni infrasettimanali per fare qualunque cosa, sia nel bikepacking.
Chi vuole adattare una bici da corsa al commuting urbano, o ad altre esigenze di trasporto “innaturali” per una bici race (ma lo stesso vale per esempio per una biammortizzata), incontra difficoltà e limitazioni nella scelta di portapacchi e parafanghi. Anche il battistrada degli pneumatici sarà al massimo un po’ meno liscio e leggermente più largo, ma mai ampio, comodo ed artigliato.
Questo tipo di problema non sussiste nel caso delle bici da ciclocross (naturalmente escludendo quelle progettate unicamente per “esplodere” in gara e poi rimanere ferme fino al contest successivo). Le predisposizioni presenti sui modelli entry level o CX/gravel, permettono la più ampia possibilità di scelta sia per quanto riguarda i portapacchi (alluminio, titanio, design minimale, o con telaio laterale), sia per quanto riguarda i parafanghi (che potranno essere in materiale plastico, in alluminio, o in composito, neri, silver, lucidi o opachi). E per le coperture, considerata l’ampia tolleranza in termini di larghezza e le infinite possibilità di mescola e tipo di battistrada, la possibilità di trovare una soluzione tailor made è certamente realizzabile.
Come biker quale beneficio posso avere guidando una bici da ciclocross?
La bici da ciclocross è un mezzo più comodo rispetto alla tradizionale bici da corsa e decisamente più versatile e polivalente, grazia alla maggiore stabilità e alla possibilità di montare pneumatici artigliati, quindi facilmente utilizzabile in contesti diversi dai tradizionali circuiti di gara e allenamento. Coperture larghe, passaggi ruota che evitano l’accumulo di fango anche in situazioni impegnative, freni a disco che non compromettono la potenza di frenata anche in casi limite, ecco tanti elementi che fanno della bici da ciclocross un mezzo poliedrico. Aggiungiamo anche che l’uso della bici da ciclocross è non solo possibile, ma “naturale” anche durante l’inverno e nelle giornate in cui nessuna bici da corsa affronterebbe la strada senza rischio di caduta, offrendo l’opportunità di fare esperienza di guida in condizioni disagevoli ed affinare certamente la tecnica di guida.
Non va sottovalutato il fatto che la frequente presenza di predisposizioni per portapacchi e parafanghi permette alla bici da ciclocross di essere a proprio agio non solo sui campi da gara, ma anche nel commuting giornaliero. Ecco quindi una soluzione per i campi da gara, i trasferimenti urbani e per più ampie possibilità di allenamento sia su strada che off road.
I percorsi delle gare di ciclocross prevedono ostacoli, sono brevi (normalmente non superano i 5 km) e si ripetono più volte. Le gare sono a tempo e non su distanza, come nel motocross e la loro durata è variabile: 25 minuti Esordienti, 30 minuti Allievi, 40 minuti Juniores, 1 ora Under 23, da 1 ora a 70 minuti Elite. Fondo e pendenza costantemente variabili con curve angolate, single-track, scalinate (solo a salire), salite e discese ripide richiedono la massima concentrazione e molta tecnica, oltre ad un allenamento specifico sopra la soglia lattacida/anaerobica. Il ciclista è spesso costretto a superare fango profondo con la bici in spalla (anche se il 90% del percorso è normalmente percorribile in sella). “Spallare” la bici è inevitabile anche per superare gli ostacoli (per regolamento UCI con altezza massima di 40 cm). Del resto lo spirito del ciclocross è proprio questo: sofferenza.
· gare ciclocross italia 2017:http://ciclocross.federciclismo.it/it/race/?year=2017&month=3
· gare ciclocross amatoriali 2017: http://amatoriale.federciclismo.it/it/race/?year=2017&month=3